La mia reazione alle vittorie di Sinner è piuttosto simile a quella di un uomo anziano molto esausto!
My reaction to Sinner’s victories is quite similar to that of a very exhausted old man! In Jannik’s team, I am not the most important coach, which is Simone Vagnozzi, but I am the one with the most experience…
Quando guardo Jannik Sinner vincere, la mia reazione è decisamente atipica per qualcuno che dovrebbe essere entusiasta, scatenato, o pieno di gioia. Anzi, posso dire che la mia reazione somiglia molto a quella di un uomo anziano, estremamente esausto ma al contempo soddisfatto. Una sorta di stanchezza mista a gratitudine per aver assistito al grande talento di questo ragazzo, e al tempo stesso un incredibile senso di orgoglio per il suo successo. Come membro del suo team, io non sono il coach principale, ma sicuramente sono quello con più esperienza, e questo mi dà una prospettiva molto particolare sulle sue vittorie e sul suo percorso.
L’importanza di Simone Vagnozzi e la mia posizione nel team
Nel team di Jannik, la figura centrale è sicuramente Simone Vagnozzi, il suo allenatore principale. Simone è un professionista eccezionale, capace di guidare Jannik con grande competenza e visione. Tuttavia, se dovessi descrivere il mio ruolo all’interno del team, direi che sono quello con una lunga esperienza alle spalle, ma che non ha la responsabilità diretta degli allenamenti quotidiani. Non sono l’allenatore principale, ma la mia esperienza e la mia conoscenza del tennis mi permettono di dare consigli e di contribuire, seppur in maniera più marginale, alla crescita di Jannik.
Sono stato testimone di come il tennis sia cambiato nel corso degli anni, come le dinamiche di squadra si siano evolute e come i giovani tennisti, come Jannik, abbiano un approccio completamente diverso rispetto a quelli della mia generazione. Questo mi permette di essere una sorta di guida per lui, ma sempre con il giusto equilibrio, rispettando la leadership di Simone.
Un uomo anziano molto esausto: come mi sento guardando Sinner vincere
Quando vedo Jannik vincere, c’è sempre quella sensazione di stanchezza che provo, ma non è una stanchezza fisica. È una stanchezza mentale, il risultato di anni di esperienza e osservazione. È come se tutto ciò che ho vissuto nel mio percorso nel mondo del tennis, tutte le sfide e gli ostacoli che ho affrontato, mi tornassero in mente in un istante. Jannik è giovane, ha una carriera lunga davanti a sé, ma io sono già da tempo in questa realtà, e le sue vittorie mi ricordano quanto sia stato difficile arrivare dove siamo oggi.
La “stanchezza” che provo non è negativa. È piuttosto un senso di soddisfazione, come quello di un allenatore che ha visto il suo pupillo crescere e raggiungere successi, senza mai doverlo forzare o spingere oltre le sue capacità. Jannik ha sempre mostrato una determinazione incredibile, una mentalità che raramente si vede in un giovane. Quella mentalità lo ha portato a raggiungere risultati straordinari, e io, pur non avendo il ruolo di guida principale, sono felice di aver contribuito con la mia esperienza nel suo sviluppo.
La crescita di Jannik Sinner: un processo continuo
Guardare Jannik evolversi come giocatore è un’esperienza incredibile. Quando ho iniziato a lavorare con lui, ero consapevole del suo talento, ma allo stesso tempo sapevo che la strada per diventare uno dei migliori al mondo sarebbe stata lunga e impegnativa. Jannik non è solo un grande atleta, ma è anche una persona che ascolta, impara e si adatta. Questo lo rende speciale. Non si accontenta mai del suo livello, cerca sempre di migliorarsi, di crescere, di essere migliore rispetto al giorno precedente.
Il suo approccio al tennis è il frutto di un mix di talento naturale, duro lavoro e una forte predisposizione mentale. Ho visto come ogni sua vittoria sia stata il risultato di giorni, settimane e mesi di allenamenti intensi, e ogni sconfitta è stata per lui un’opportunità di apprendimento. Quello che mi colpisce maggiormente di lui è la sua calma. È un ragazzo giovane, ma quando scende in campo ha la maturità di un tennista veterano. Questo lo distingue dagli altri, e lo rende capace di affrontare le sfide con un approccio che non è tipico della sua età.
Un futuro brillante: l’impegno che resta
Le vittorie di Jannik sono il frutto di una combinazione di fattori: il suo talento straordinario, l’approccio professionale che ha con il suo team e la sua capacità di gestire la pressione. Io sono solo una piccola parte di tutto questo, ma essere testimone della sua crescita mi riempie di soddisfazione. Ogni suo trionfo è un passo in più verso il raggiungimento dei suoi obiettivi, che sono senza dubbio ambiziosi.
Il mio ruolo nel team è quello di supporto, di ascolto e di confronto. Non ho la responsabilità diretta della preparazione tecnica, ma posso sicuramente dare il mio contributo quando serve. La sua carriera è ancora lunga, e sono certo che continuerà a crescere e a migliorare. Le vittorie che ha già ottenuto sono solo l’inizio, e seppur io mi senta, a volte, come un uomo anziano esausto, so che il percorso di Jannik è appena iniziato. Con lui al comando, il futuro del tennis italiano è più che mai promettente.
